Acquisito nel 1901 dal conte Leonetto Ottolenghi, Palazzo Alfieri fu oggetto di una serie di adattamenti in vista dell’imminente ricorrenza, nel 1903, primo centenario della morte del Poeta: alla stanza natale, mantenuta rigorosamente intatta, si aggiunsero altri locali, al fine di trasferirvi le collezioni archeologiche del Civico Museo di Asti (1885) e la biblioteca già situata presso il civico Collegio. Le opere di riadattamento e sistemazione, concentrate essenzialmente nella manica est del palazzo, furono realizzate dall’architetto ing. Carlo Losio e procedettero di pari passo con la creazione, all’esterno, della adiacente Piazza Umberto I con il  monumento equestre di Odoardo Tabacchi.

Il nuovo, elegante spazio urbano e il palazzo dell’illustre astigiano (contenente, al primo piano, il Salone con i cimeli del Risorgimento Nazionale) furono pronti entrambi per le celebrazioni avviate l’11 ottobre 1903. Inaugurato il 5 luglio di quell’anno, il nuovo Museo Storico e Archeologico nei locali di Palazzo Alfieri fu donato l’anno successivo al Comune.

La prima apertura alle visite della Camera natale di Vittorio Alfieri era stata voluta in verità già dal nipote Vittorio Amedeo Colli di Felizzano nel 1827 documentata dagli  interessanti libri delle firme dei visitatori, dal 3 maggio di quell’anno al 25 dicembre 1892. Tuttavia solo con l’intervento del 1903 il palazzo acquisì  una dimensione pubblica in chiave museale.

La connotazione di centro propulsore della cultura cittadina si accentuò nel 1937,  quando, con un regio decreto, venne istituito il Centro Nazionale di Studi Alfieriani; il  16 maggio 1939 vi fece seguito la visita di Benito Mussolini, nel corso della quale si evidenziò il nuovo assetto assunto dall’appartamento natale e dalle stanze adiacenti ad opera dell’arch. Mario Mencarelli: nell’insieme  un percorso improntato ad una sobria essenzialità culminante nell’ambiente scenografico del Salone del Podio, recante al centro la cattedra lignea del Centro Nazionale di Studi Alfieriani.

Nel 1949 è documentato un altro allestimento, con teche didattiche documentarie e busti, Nel 1967, infine, nello spazio affacciato su corso Alfieri vennero collocati i costumi realizzati da Eugenio Guglieminetti in occasione di allestimenti alfieriani patrocinati dal Centro Nazionale nei decenni precedenti.

Arriviamo così all’intervento di restauro conservativo, riqualificazione funzionale e messa a norma del palazzo, avviato nel 1999, teso al recupero dell’intero complesso architettonico e al ripensamento del percorso museale.

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